SAMSARA: mostra di Fotografia dedicata all'America



Dal 2 febbraio al 2 marzo 2014.
Inaugurazione mostra: 2 febbraio dalle 17:00 alle 19:00. 
Buffet e Sangria per i partecipanti 

C/O CIRCOLO ARCIMAMAGAMMA - SARZANA (SP)
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SAMSARA è una mostra di fotografia dedicata all'America, che racconta momenti di vita vissuta nella grande mela, passando per le coste californiane, attraversando i luoghi più nascosti e sconosciuti del Maine. Immagini e tempi vengono raccolti in un susseguirsi di colori a scatti, raccontano ricordi e momenti anche... in sospensione.

Critica di:
Ronnie Felix Franceschini


La fotografia di Cristina Raso è pellegrina, un 'immagine in movimento fatta con le gambe più che con la ricerca autoriale (è bene specificare fin d’ora che Cristina non ha studi artistici pregressi); il suo lavoro, da outsider, non si propone concretezza stilistica né un percorso deciso dall’incunabolo generazionale degli artisti contemporanei, incunabolo tanto caro a formule sistemiche di metodo e stile; piuttosto la Raso propone i suoi scatti allo sguardo dell’osservatore in modo semplice, diretto e pragmatico, dove il bianco, il nero e il colore vengono miscelati in un pastiche tout court involontario e aprofessionale vicino all’universo paradigmatico delle idee di Dubuffettiana memoria.
Le immagini si ripercuotono sul ritmo del “passo” (a due) dove uno scatta l’immagine-moto (fase beta) e l’altro sbatte-l’occhio (fase teta); un' immagine onirico/cosciente dove l’uomo/donna si muovono ballando in uno spazio non proprio, uno spazio endemico impersonale.
Cristina intanto blocca immagini/tempo dischiuse in alterazioni discontinue e rapide; uno scatto che si confà a dinamiche storiche vicine al “trip” (ancorché di trip si possa ancora parlare).
In sostanza la Raso cerca frammenti, come un viaggiatore, senza curarsi di forma, formula o contenuti; la sua è una raccolta punto e basta, come se iniziasse un abecedario dove il senso è pratico e al contempo metabolico -serve per ricordarci quello che abbiamo visto ma che ancora non abbiamo toccato- senza fronzoli ed orpelli, un realismo (volutamente?) destabilizzante.

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