Presto in concorso su Rosso veneziano

Eternità

Il soggetto del mio nuovo respiro va oltre
a qualche ora in cui gli occhi a malapena s'intrecciano
e orme si asciugano;
altri mari ti divelgon da me,
mari maledettamente in tempesta.
In un continuo ondeggiare
con una mano fermi il percorso,
con l'altra trascini via il mio corpo;
a tratti ti perdi
e ti ritrovi,
prima col cuore
poi con la mente.
Bada, mi sottraggo a troppe smancerie
corazze e maschere a volontà
per sfuggire all'attimo
che ci scuote
che ci stupisce.




Laggiù, la terra

Una nave salpò
sorrise all'orizzonte,
sovrastò luci leggiadre.
Un saluto fresco di libeccio si calmò,
nodi si strinsero,
il mare da culla.
lontano
silenzio.
Una luce laggiù
e terra sotto i piedi, echi
e delle orme,
sabbia tra le dita.
Passaggio di un debole tepore.
un pugno,
una carezza.





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